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Serpotta, Giàcomo.

Scultore italiano. Formatosi nell'ambiente palermitano, apprese e seppe rielaborare in chiave personale la locale tradizione artigiana dello stucco, ispirandosi alla cultura barocca romana e a quella napoletana. Dalle sue opere traspare l'influenza di architetti quali G. Amato; evidente, inoltre, è una misurata strutturazione compositiva e un'armonizzazione delle forme. Le opere di S. nel campo della statuaria sono andate perdute; la sua realizzazione più celebre fu la statua equestre di Carlo II, eretta nel 1684 sulla piazza del duomo a Messina e distrutta nel 1848 (ci è nota grazie al bozzetto conservato al Museo Pepoli di Trapani). Sono rimasti, invece, i lavori in stucco; fra questi si ricordano: gli altari del transetto della chiesa del Carmine a Palermo, eseguiti con il fratello Giuseppe (1683-84); la decorazione a stucco dell'oratorio del Rosario in Santa Zita a Palermo (1686-88 e 1717-18); gli stucchi della chiesa di Santo Spirito ad Agrigento (1693-96); gli stucchi dell'oratorio del Carminiello a Palermo (1698 circa); gli stucchi dell'oratorio di San Lorenzo a Palermo (1698-1710); gli stucchi di Sant'Agostino (1711) e quelli dell'oratorio del Rosario a San Domenico (terminati nel 1714); le otto statue di San Francesco a Palermo (1723). Inizialmente trascurato dalla critica, solo di recente a S. è stato riconosciuto il merito di aver elaborato uno stile che può essere considerato il punto di arrivo della scultura settecentesca italiana (Palermo 1656-1732).